When a young Eva Kollisch arrives as a refugee in New York in 1940, she finds a community among socialists who share her values and idealism. She soon discovers ‘the cause’ isn’t as idyllic as it seems. Little does she know this is the beginning of a lifelong commitment to activism and her determination to create radical change in ways that include belonging, love and one's full self. In addition to Eva Kollisch’s memoirs Girl in Movement (2000) and The Ground Under My Feet (2014), LBI’s collections include an oral history interview with Eva conducted in 2014 and the papers of Eva’s mother, poet Margarete Kolllisch, which document Eva’s childhood experience on the Kindertransport. Learn more at www.lbi.org/kollisch . Exile is a production of the Leo Baeck Institute , New York | Berlin and Antica Productions . It’s narrated by Mandy Patinkin. Executive Producers include Katrina Onstad, Stuart Coxe, and Bernie Blum. Senior Producer is Debbie Pacheco. Associate Producers are Hailey Choi and Emily Morantz. Research and translation by Isabella Kempf. Sound design and audio mix by Philip Wilson, with help from Cameron McIver. Theme music by Oliver Wickham. Voice acting by Natalia Bushnik. Special thanks to the Kollisch family for the use of Eva’s two memoirs, “Girl in Movement” and “The Ground Under My Feet”, the Sophia Smith Collection at Smith College and their “Voices of Feminism Oral History Project”, and Soundtrack New York.…
Podcasts που αξίζει να ακούσετε
ΕΠΙΧΟΡΗΓΟΎΜΕΝΟ
I campioni, le imprese e le grandi storie dei campionati del mondo di calcio. Un podcast del Corriere della Sera.
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di Tommaso Pellizzari È passato alla storia come il numero 7 per eccellenza. Eppure, il suo folgorante debutto ai Mondiali avvenne con una maglia diversa. E già ce ne sarebbe abbastanza per rileggere Marcel Proust e Konrad Lorenz. Ma alla leggendaria ala brasiliana il destino avrebbe riservato uno scherzo della memoria molto più crudele: essere ric…
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di Marco Imarisio Spesso una partita di calcio non è mai solo una partita di calcio, perché in quei 90 minuti entrano tante cose, compresa la Storia con la S maiuscola. È stato di certo così per l’Olanda: che buttò via una vittoria contro la Germania Ovest nella finale del Mondiale del 1974 perché alcuni suoi giocatori, invece di vincere, vollero p…
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di Tommaso Pellizzari Quando ha distribuito il genio calcistico, il Dio del pallone è stato generoso con gli argentini. Ma forse troppo. Perché alcuni di loro hanno avuto parecchie difficoltà a gestirlo. Come René Houseman e Ricardo Bochini. Che (proprio come Re Diego) un Mondiale l’hanno vinto, ma sono in pochissimi a ricordarlo. Vite (abbastanza)…
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di Paolo Tomaselli 11 luglio 2010, Johannesburg: la notte in cui "Andrecito" Iniesta diventò definitivamente Don Andrés. Segnando il gol che porta per la prima volta la Spagna sul tetto del mondo. E ricordando, nella sua esultanza, non la moglie, i figli o Emili e Raul (il motivatore e il fisioterapista, per lui insostituibili), ma qualcuno che non…
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di Francesco Battistini La partita suicida. La partita della vergogna. Non c’è frase fatta che racconti la guerra fredda del pallone che si combatté attorno allo spareggio che il 21 novembre 1973 assegnava un posto al Mondiale tedesco dell’anno successivo. Dopo l’andata a Mosca (finita 0-0), il generale Pinochet decise che il ritorno si sarebbe gio…
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di Mario Sconcerti Storia di Arthur Friedenreich, mulatto atipico e dagli occhi chiari che non riuscì mai a partecipare a un Mondiale. Ma inventò da solo la differenza del calcio brasiliano. Nel 1910, quando aveva 18 anni, il suo debutto fu come un’apparizione pagana: giocava un calcio che nessuno aveva mai visto, niente a che fare con quello dei m…
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di Aldo Cazzullo Uno veniva dal luogo più freddo e asciutto del pianeta. L’altro da quello più caldo e umido. Il bianco, come calciatore, era un campione a fine carriera. Il nero non aveva ancora 18 anni. Uno non dribblava mai. Solo i suoi cani, per allenarsi. Il diciassettenne è stato il più formidabile dribblatore di tutti i tempi. Lo svedese non…
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